Riconoscere le piante

di suor Patrizia Ameli

Disegno di Marco Sottopietra

Che cosa succede in un orto? Vi crescono piante buone e piante cattive. Piante da lasciar crescere, da sarchiare, innaffiare, concimare perché si rinforzino, diventino grandi e occupino tutto lo spazio loro riservato e diano frutto. Ma vi sono anche piante da estirpare, perché crescendo soffocherebbero quelle buone e prenderebbero il sopravvento su tutto l’orto. Queste è assolutamente necessario strapparle con tutta la radice, ancora all’inizio, perché non si propaghino oltre e infestino tutto il terreno fertile.

Mi viene spontaneo paragonare l’orto al cuore dell’uomo. In esso si svolge una lotta fra pensieri buoni e cattivi, fra buone abitudini e vizi. Il Salmo 91 dice: I malfattori germogliano come l’erba… Questi malfattori sono i nostri nemici interni che, se non li dominiamo, soffocano il nostro cuore.

I pensieri possono essere ispirati dallo Spirito Santo, ma noi dobbiamo imparare a riconoscerli, come dobbiamo imparare a riconoscere le piante buone, per non strapparle con le piante cattive. È necessario che qualcuno ci aiuti, come mi ha aiutato Sylvie a conoscere la verbena, che io volevo eliminare. I pensieri buoni sono piante piccoline, spesso nascoste, da far crescere, sono come una brezza leggera, un piccolo germoglio, una ispirazione, che, per essere seguita, ha bisogno dell’impegno e della cura della tua volontà. I pensieri cattivi invece si impongono da soli e sono duri da estirpare. Il pensiero buono segue la logica dell’amore e si propone, non si impone. Il pensiero cattivo si impone quasi non lasciando alcuna scelta, ti manipola e fa da pilota automatico, limita la tua libertà. Scegliere il pensiero buono implica sempre un sacrificio, un cambiamento di rotta, ammettere che non hai ragione. Il pensiero cattivo ti porta a difenderti, ad essere aggressiva e presuntuosa, a giustificare sempre i tuoi atti e a convincerti che l’altro non può capirti. Il pensiero cattivo porta come conseguenza un malessere interiore, quello buono porta come conseguenza la pace.

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