Il Meeting, Elia e l’essenziale

L’articolo di Tempi (www.tempi.it) dedicato allo stand della Fraternità e delle Missionarie di san Carlo al Meeting di Rimini

C’è un luogo, in fiera a Rimini, dove il titolo del Meeting diventa carne. È lo stand della Fraternità san Carlo e delle Missionarie di san Carlo Borromeo nel padiglione A4, dove “l’essenziale” smette di essere materiale da filosofi e diventa visibile agli occhi di tutti.

Allo stand non si trova appena l’accogliente amicizia dei missionari e il bancone dove rinnovare l’abbonamento a Fraternità e missione (chi non ce l’ha, non sa cosa si perde), ma anche una mostra sulla storia del profeta Elia, breve e profonda, che aiuta a comprendere che cos’è questo “essenziale” al quale il Meeting ha dedicato la 45ma edizione.

Il titolo della mostra, Che fai qui Elia?, è la domanda che il Signore rivolge a uno dei più grandi profeti dell’Antico Testamento nel momento più difficile e paradossale della sua vita. Elia è reduce dal suo più grande successo mondano: ha sfidato pubblicamente i 450 profeti del dio Baal per dimostrare la potenza del Signore e riportare sulla retta via gli abitanti del Regno di Israele. Questi, infatti, seguendo il loro re Acab, avevano iniziato ad adorare Baal, la divinità principale dei fenici di Sidone, con i quali Acab aveva stretto alleanza politica sposando Gezabele, la figlia del re.

Elia umilia i profeti di Baal, mostrando la forza di Dio sul monte Carmelo, ma viene ugualmente costretto a scappare per sfuggire a Gezabele, che ha giurato di ucciderlo. Il profeta che arriva sul monte Oreb (Sinai) non è trionfante, ma sconfortato e deluso: nonostante i prodigi del Signore, il popolo è rimasto incredulo e lui chiede a Dio addirittura di morire.

Vivere il rapporto con Dio è l’unica cosa essenziale

«La Bibbia non ci dice quasi niente di Elia, se non che è “colui che vive alla presenza del Signore”», spiega a Tempi don Filippo Pellini. «Con la sua domanda, “Che fai qui Elia?”, Dio richiama il suo profeta a ciò che è essenziale: accogliere il Signore nel silenzio e nell’ascolto della Sua voce».

«Ciò che rende Elia un uomo compiuto, nonostante il mondano fallimento della sua missione, è vivere il rapporto con Dio come l’unica cosa essenziale», continua il sacerdote della Fraternità san Carlo. «In fondo, è quello che vogliamo vivere anche noi».

È proprio per questo che lo stand della San Carlo, anche quest’anno, è uno dei principali punti di ritrovo del Meeting di Rimini: perché aiuta tutti, dentro un’amicizia, a cercare (e trovare) l’essenziale.

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