Festeggiare in isolamento

Nonostante la quarantena, i nostri amici statunitensi hanno trovato il modo di festeggiare insieme, mantenendo l’unità nell’isolamento.

Da quando sono negli Stati Uniti, ho notato che agli americani piace molto festeggiare, tutto l’anno è scandito da diversi tipi di festività che hanno il loro spazio importantissimo nel calendario. Ciascuna è accompagnata da certi “rituali”, che implicano perfino il colore dei vestiti da indossare.
Nella comunità del movimento di Comunione e Liberazione questa importanza dei festeggiamenti tocca in modo profondo i rapporti personali, per cui un compleanno o un anniversario diventano un’occasione perfetta per fare una festa: serate insieme, canti e spesso un video in cui si possono vedere le doti artistiche di questo popolo: sono bravissimi sul palcoscenico!

Ho visto espressioni creative di festeggiamenti durante questo tempo di quarantena. Ad esempio, in occasione del compleanno di suor Teresa e del XXX anniversario di ordinazione di don Michael Carvill, parroco a Broomfield, abbiamo ricevuto un paio di video a tema con la “social distance” e l’uso della mascherina, in cui abbiamo goduto della sana ironia che i nostri amici hanno usato per sdrammatizzare il fatto di non poter festeggiare insieme. O ancora, per fare gli auguri di buon compleanno a Valeria, amica e madre di famiglia, è stata organizzata una sfilata di macchine. Lei, che non se l’aspettava, si è trovata davanti a un fiume di macchine in cui si cantava in coro “Happy Birthday”.

Una cosa che mi ha colpito molto è stato vedere i nostri amici coinvolgere i loro figli in questi momenti. Non erano i genitori a far di tutto per seguire i desideri dei bambini, ma erano i bambini che cercavano di imitare i loro genitori, che stavano vivendo con grande gioia quei momenti: dal fare cose simpatiche per i video, al disegnare i cartelloni per la sfilata. Guardandoli, ho pensato quanto sono fortunati questi piccoli, che possono imparare dentro questi gesti cos’è l’amicizia, come si vive in comunità, che l’uomo non è fatto per essere da solo, e che è bella la vita e festeggiare con gli amici. Ho visto dentro questo gesto la speranza di un popolo che pur nell’isolamento mantiene l’unità.

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