La casa segna la differenza

Le missionarie della Magliana in visita alla casa a Torino dei missionari della Fraternità san Carlo e l’incontro con i ragazzi “controcorrente”.


Da giugno dell’anno scorso vivo nella casa della Magliana. Qualche mese fa siamo andate a visitare la casa della Fraternità di Torino. Questa è diventata la casa anche di una larga compagnia di ragazzi, accolti quotidianamente.
La casa è il luogo che li accoglie e li sostiene nella vita. L’ho visto per esempio nel racconto di una ragazza: stando lì ha imparato ad amare il tratto timido del suo carattere e allo stesso tempo a non lasciare che a guidare tutto fosse la timidezza. Questo l’ha aiutata a stare anche in altre situazioni, come l’università.
La casa è il luogo dove riconoscere e conoscere sempre di più il senso della vita.

Mi ha impressionato la sera in cui, uscendo dall’oratorio, abbiamo visto nella piazza di fronte un gruppo di altri ragazzi, che bevevano e fumavano con la musica ad altissimo volume. In quel momento ho percepito il netto contrasto tra ciò che noi avevamo appena vissuto e quel mondo “lì fuori”. Da una parte, chi vive svuotato di senso, trascinato dal fiume di quello che oggi ci è indicato come bene anche se non lo è, chi vive smarrito “come se portasse dentro un vuoto assopito” – come san Giovanni Paolo II fa dire a uno dei protagonisti de La Bottega dell’Orefice; dall’altra, chi vive riconoscendo che la vita ha un valore più grande, nella scoperta quotidiana di essere figli amati, chi vive “affidato” – per usare le parole di un’amica della parrocchia della Magliana. I nostri ragazzi, che il giudizio del mondo può considerare poco interessanti, hanno deciso di vivere afferrati a qualcosa di vero: certamente c’è stata la grazia di un incontro, ma anche la decisione di aderire. Ed è come se questi ragazzi andassero un po’ controcorrente, invece che trascinati dal vortice. Per questo, ciò che vivono nella casa è così vero e forte da permetter loro di stare “lì fuori” portando ciò che sono.

Inevitabilmente, il mio pensiero è andato al gruppo giovani della parrocchia della Magliana, che da settembre accompagno insieme a suor Mariagrazia e don Michele Lugli: anche qui, in una modalità diversa, passo dopo passo, domanda dopo domanda, si compone il volto di ognuno e diventa sempre più evidente che l’appartenenza a qualcuno che ci ama, attraverso un luogo concreto, segna la differenza.

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